A differenza delle due settimane precedenti, nella notte niente rigelo. Arrivo alle grange alle 6 e mi ritrovo la bellezza di 11°. So già cosa mi aspetta: una gran sfacchinata e parecchi gava-buta!
Dopo il preventivato portage di mezz'oretta mi infilo nella gorgia che porta alla sella d'Asti: la neve è già mollissima e discontinua. Si tolgono gli sci nell'effettuare il traverso verso lo scivolo della sella per poi rimetterli un 200 m prima della sommità. Scendo su una gran polentona in direzione Brusalana tenendomi il più alto possibile di quota, ripello e raggiungo la cima. Pausa pranzo senza compagnia (gli altri giunti in vetta prima di me già scesi al lago d'asti) e abbronzatura estiva. Quindi scendo anch'io facendo sci d'acqua al lago, già in via di scioglimento, e di lì imbocco sulla destra una piccola sella che mi conduce ad uno dei tanti valloncelli francesi dell'Aiguillette. La percorro giù giù fin che c'è neve (o acqua!?), pressappoco quota 2500-2600 m, ovviamente in perfetta solitudine. Ora non mi resta che ripellare e risalire il valloncello fino alla sella d 'Asti ma, tanto per complicarmi un po' la vita, lo faccio tramite un delicatissimo traverso e successivo canalino con neve marcia e pesantissima che stacca quei 10 cm superficiali ormai cotti a punti dal sole rovente. Svalicata la montagna de Ruine in quelle condizioni il resto è solo più divertimento: discesa dalla sella d'Asti con slalom tra le rocce ormai affioranti, ricerca delle poche lingue di neve e ravanate nei prati di una gorgia magrissima con ruscelletti nascenti.
Oggi sono ancora arrivato sci ai piedi fino al laghetto bordo strada, da domani sarà impensabile sciare sul versante italiano, qualcosa forse si potrà ancora fare su quello francese... ma d'altronde il caldo torrido mi spingerà a migrare più a nord!